ASVe, Bailo a Costantinopoli, Carte turche, Busta 251, Fascicle 337, 158-159

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1630-09-01 (approximate)
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66
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Transcription - Plain
Trad.ne di Com.to del Gran.ze diretto al Sangiacco di Delvina, et à Dervis Bei già .....[sic] hora habitante in Argirò Castro, et in oltre al Cadi del d:o Sangiaccato. Al gionger etc. fia noto, come il Bailo di Venetia hà esposto alla sublime mia Porta, che Chidir, et Cassanopulo, detti Meddachades della Vila di Culuriza[?], con Costa, et suo frattello Micha, sudditi X.p.ni da sopicus, non volendo contenersi nelli suoi termini, come perversi, e tristi, si transferiscono alle Peschiere di Buntintrò soggete à Corfù fortezza delli SS.ri di Venetia, et là non solo fanno del continuo oltraggi, et insulti, ma etiandio contra la bona pace stando sul passo delli avventoni tendenti alle dette peschiere, recano loro ogni molestia, sopra da qual notitia mi hà ricercato mio nobil Comand.to acciò che siano interditti, et inhibiti, et anco castigati se non volerà loro l'interdetto. Però ordinando Comando che personal.te vi applichiate in questo neg.o, et essendo in effetto le loro insolentie tali, prohibirete, che non diano inpraccio, ne alle peschiere de Venetiani, nè à chi tende à quelle, non ascendcado[?] mai, che contra la bona pace siano fatte simili attioni moleste, et oltraggiose, e se poi vorranno persevirare nelle sue sceleragini, con bella maniera vedrete di haverli nelle mani, e se bisogna dar conto di loro portarete à n.ra notitia lo stao loro p. nome, et officio, come comporta la giustitia, in modo che servono di essempio, e documento ad'altri sceclerati, in somma non è mia regia mente che siano infertati, et offeri, i luoghi, et sudditi delli SS.ri di Venetia, et in ogni modo possibile havendo nelle mani li predetti perversi, tarete che più non comettano danni, stando in avenire sù la difera, che contra la bona pace non sia fatta una minima invasione alli Confini delli SS.ri di Venetia, et se sarà fatta, verrà quella attribuita alla v.ra negligenza. Per tanto affatto ogni uno di voi debba esser accurato, che niuno operi [p. 66r] contra la bona pace, et contro del mio nobil Com.to. Cosi saprete, et dopo visto questo mio Imperial ordine lo restituirete alli p.ntanti. Daj in Costantinopoli à primi della Luna di sefer l'an.o 1040 nel messe di settembre 1630 Tradotto da Gio Batt.a Salvago
Gregorian Date Qualifier
Hijiri Date
à primi della Luna di sefer l'an.o 1040
Hijiri Date Qualifier
Gregorian Date
nel messe di settembre 1630
Schema Type
Manuscript
Identifier
61220/utsc67441
Local Identifier
italian_301
Gregorian Date (RAD)
9/1/1630
Reformatting Quality
preservation
Digital Origin
reformatted digital
Internet Media Type
Cataloguing Language
Transcription
Trad.ne di Com.to del Gran.ze diretto al Sangiacco di Delvina, et à Dervis Bei già .....[sic] hora habitante in Argirò Castro, et in oltre al Cadi del d:o Sangiaccato. Al gionger etc. fia noto, come il Bailo di Venetia hà esposto alla sublime mia Porta, che Chidir, et Cassanopulo, detti Meddachades della Vila di Culuriza[?], con Costa, et suo frattello Micha, sudditi X.p.ni da sopicus, non volendo contenersi nelli suoi termini, come perversi, e tristi, si transferiscono alle Peschiere di Buntintrò soggete à Corfù fortezza delli SS.ri di Venetia, et là non solo fanno del continuo oltraggi, et insulti, ma etiandio contra la bona pace stando sul passo delli avventoni tendenti alle dette peschiere, recano loro ogni molestia, sopra da qual notitia mi hà ricercato mio nobil Comand.to acciò che siano interditti, et inhibiti, et anco castigati se non volerà loro l'interdetto. Però ordinando Comando che personal.te vi applichiate in questo neg.o, et essendo in effetto le loro insolentie tali, prohibirete, che non diano inpraccio, ne alle peschiere de Venetiani, nè à chi tende à quelle, non ascendcado[?] mai, che contra la bona pace siano fatte simili attioni moleste, et oltraggiose, e se poi vorranno persevirare nelle sue sceleragini, con bella maniera vedrete di haverli nelle mani, e se bisogna dar conto di loro portarete à n.ra notitia lo stao loro p. nome, et officio, come comporta la giustitia, in modo che servono di essempio, e documento ad'altri sceclerati, in somma non è mia regia mente che siano infertati, et offeri, i luoghi, et sudditi delli SS.ri di Venetia, et in ogni modo possibile havendo nelle mani li predetti perversi, tarete che più non comettano danni, stando in avenire sù la difera, che contra la bona pace non sia fatta una minima invasione alli Confini delli SS.ri di Venetia, et se sarà fatta, verrà quella attribuita alla v.ra negligenza. Per tanto affatto ogni uno di voi debba esser accurato, che niuno operi [p. 66r] contra la bona pace, et contro del mio nobil Com.to. Cosi saprete, et dopo visto questo mio Imperial ordine lo restituirete alli p.ntanti. Daj in Costantinopoli à primi della Luna di sefer l'an.o 1040 nel messe di settembre 1630 Tradotto da Gio Batt.a Salvago
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